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Pale eoliche

L’iniziativa del comune ha agitato non poco l’estate roiese.Giornali televisione ne hanno parlato ampiamente. Trattandosi di un argomento importante per la nostra comunità abbiamo attivato un “Forum” sul quale raccogliere documentazione e pareri (favorevoli e contrari)con l’intento di portarli a conoscenza di cittadini ed amministratori.

Aereo

Filo di rame, base in legno. Ho creato questo pezzo alla fine del 2008. Per questo lavoro, ho voluto trasmettere sia la pesantezza industriale di un aeroplano, che l’essenza fluttuante simile a una nuvola che senti quando sei in uno di essi.

Veduta aerea

Le pale visibili nella foto si trovano su quasi tutto il crinale della montagna che si snoda a partire dal territorio di Monteferrante, passando per quello di Roio del Sangro fino a Castiglione Messer Marino.

Veduta aerea

Nella foto in alto è visibile il crinale, Monteferrante-Roio del Sangro-Castiglione M.M

Veduta aerea

Nella foto sono visibili solo alcune delle pale installate in quanto le mappe non sono aggiornate.

Veduta aerea

Simulazione dell’area che probabilmente verrebbe interessata dalla installazione delle nuove pale

Veduta aerea

Simulazione dell’area che probabilmente verrebbe interessata dalla installazione delle nuove pale

Mappa idrogeologica del territorio di Roio



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3 Commenti

  1. Mercoledì, 09 Maggio 2012 21:27 inviato da Mimmo
    Che strano popolo è quello roiese. Si è opposto alla distruzione totale della montagna poiché l’amministrazione uscente voleva straziarla con altre pale eoliche. Sembrava che ci fosse un rigurgito di amore per il paese, rigurgito capace di spazzare via il passato disgustoso e fare giustizia per l’oltraggio imposto alla Lupara e che difficilmente si potrà sanare. Alle elezioni nessuno di questi “indignati” si è fatto avanti con una lista giustizialista che strappasse Roio dagli antichi e saprofiti poteri. Niente. E quando queste stesse persone sono state da me contattate, invitandole a dare una concreta risposta alle loro istanze con una lista civica, non mi hanno nemmeno risposto. Auguro a Nino che riesca a fare ciò che questi “guerrieri a chiacchiere” non sono stati capaci di fare: eliminare la causa dell’inquinamento del Turcano, liberalizzare la valle Amara consentendo ai proprietari dei terreni di disporne liberamente, combattere il bracconaggio con ogni mezzo, rifiutare ogni forma di possibili “cartelli” negli appalti e nelle progettazioni. E’ indispensabile la purificazione della condotta d’acqua cittadina, fortemente inquinata. E’ ancor più indispensabile un monitoraggio del patrimonio boschivo del Comune. Auguri Nino. Io conto molto su di te per liberare Roio e ridarle la dignità che merita.
    Auguri Nino, di cuore e da amico.

  2. Che strano popolo è quello roiese. Si è opposto alla distruzione totale della montagna poiché l’amministrazione uscente voleva straziarla con altre pale eoliche. Sembrava che ci fosse un rigurgito di amore per il paese, rigurgito capace di spazzare via il passato disgustoso e fare giustizia per l’oltraggio imposto alla Lupara e che difficilmente si potrà sanare. Alle elezioni nessuno di questi “indignati” si è fatto avanti con una lista giustizialista che strappasse Roio dagli antichi e saprofiti poteri. Niente. E quando queste stesse persone sono state da me contattate, invitandole a dare una concreta risposta alle loro istanze con una lista civica, non mi hanno nemmeno risposto. Auguro a Nino che riesca a fare ciò che questi “guerrieri a chiacchiere” non sono stati capaci di fare: eliminare la causa dell’inquinamento del Turcano, liberalizzare la valle Amara consentendo ai proprietari dei terreni di disporne liberamente, combattere il bracconaggio con ogni mezzo, rifiutare ogni forma di possibili “cartelli” negli appalti e nelle progettazioni. E’ indispensabile la purificazione della condotta d’acqua cittadina, fortemente inquinata. E’ ancor più indispensabile un monitoraggio del patrimonio boschivo del Comune. Auguri Nino. Io conto molto su di te per liberare Roio e ridarle la dignità che merita. Auguri Nino, di cuore e da amico.

  3. Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 dicembre 2012 Mafia, “impianti eolici per finanziare la latitanza di Messina Denaro” Inchiesta della Dda nelle province di Palermo e Trapani. In manette anche un consigliere comunale e un imprenditore. I proventi delle aziende del settore delle rinnovabili erano in parte utilizzati per sostenere il superboss. Sequestrati beni per 10 milioni. I carabinieri hanno eseguito nelle province di Trapani e Palermo sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla procura distrettuale antimafia nei confronti di sei persone indagate per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, corruzione aggravata e altri delitti, nonché un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 10 milioni di euro. Al centro delle indagini del Ros e del comando provinciale di Trapani l’infiltrazione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi in attività economiche del settore delle energie rinnovabili, realizzata attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti di eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani. I proventi venivano in parte utilizzati per sostenere la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Il decreto di sequestro preventivo riguarda la società “Salemitana calcestruzzi s.r.l.” con sede a Salemi e la “Spallino servizi s.r.l.” con sede a Castelvetrano, ritenute riconducibili alle famiglie mafiose indagate. I provvedimenti scaturiscono da una complessa attività investigativa avviata nel maggio 2007 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, in direzione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi. L’infiltrazione di Cosa nostra nelle attività economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo e il controllo sulle opere di maggiore rilevanza sul territorio era possibile attraverso il sostegno dell’allora consigliere comunale di Castelvetrano Santo Sacco. Pedina fondamentale l’imprenditore Salvatore Angelo, intorno al quale ruotava il sistema societario con cui l’organizzazione mafiosa si è infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di “San Calogero” di Sciacca, “Eufemia” di Santa Margherita Belice e Contessa Entellina; “Mapi”, di Castelvetrano e Montevago, nonché del parco fotovoltaico di Ciminna. Il ruolo di Angelo era, infatti, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attività venisse destinata all’associazione mafiosa e segnatamente al latitante Messina Denaro. Oltre agli interessi nel campo delle energie rinnovabili, le indagini hanno accertato l’esistenza di un progetto di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprietà di Rosalia Messina Denaro, moglie dell’affiliato Filippo Guttadauro e sorella del ricercato trapanese: è stata documentata anche l’assistenza economica fornita ai detenuti e alla loro famiglie nonché agli affiliati tornati in libertà dopo lunghi periodi di detenzione; il collegamento operativo realizzato dall’imprenditore Angelo con Cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all’epoca latitanti) finalizzati all’attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati.

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