capace di costruire una bomba con pezzi di fortuna trovati in un ripostiglio, in quegli anni usavamo solamente mani e cervello.Si passavano le ore a costruire oggetti sempre nuovi con vecchi giochi come Lego e Meccano; si usava la fantasia con igiochi di ruolo alla Dungeon & Dragons; si scendeva in strada, sotto casa, alla ricerca di dribbling, tunnel e tiri al volo dopo aver visto in religioso silenzio l’ultimo episodio del cartone animato Holly e Benji, oppure dopo una partita infinita a Subbuteo. Di computer neanche l’ombra, o quasi. C’era il leggendario Commodore 64, è vero, ma era poco più di una sala giochi casalinga. E anche quì bisognava usare molta fantasia: videogames come Arkanoid o Space Invader sibasavano su una grafica rudimentale. Solo un grande sforzomentale permetteva di immaginarsi nello spazio, tra le stelle, a dare la caccia agli alieni. Oggi è tutto molto più comodo e scontato. Negli anni Ottanta sognavo di spostare gli oggetti con la mente come i Jedi di Star Wars, oggi basta un joystick per maneggiare la spada laser come Luke Skywalker. O per inseguire banditi e affrontare sparatorie in Miami Vice (videogame per Playstation portatile). Di “questi anni Ottanta”, coma cantava Raf, resteranno insomma la magia del sogno e la forza dell’immaginazione. Io passavo le ore al telefono a gettoni vicino casa, fantasticando su cosa stesse facendo la ragazza all’altro capo del filo. Oggi basta un videofonino, oppure una webcam, e il mistero è subito svelato. Quando leggevo di un concerto straordinario tenuto dagli U2 chissà dove, in America, chiudevo gli occhi e “vedevo” Bono agitarsi sul palco. Quell’immagine autoprodotto restava lì, in un angolo della mia mente, fino a quando il gruppo non arrivava in Italia. Oggi i concerti finiscono su YouTube già il giorno dopo. I ragazzi conoscono le scalette, i bis, i colpi di scena degli show prima ancora di arrivare ai “cancelli”. E le compilation su cassetta ve le ricordate? Con i titoli scritti a mano, le etichette la incollare, le dediche lasciate nella custodia, lo sguardo innammorato al momento della “consegna” …Oggi il massimo del romanticismo (digitale) è: “Ti passo un Mp3 col Bluotooth”, Cari ragazzi, cosa vi siete persi.