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Riempi la montagna di gente

C’erano una volta , lassù tra nuvole stupende che accarezzavano il cielo quasi a toccare Dio, dei fantastici piccoli paesi scolpiti nelle rocce dei monti. Le loro mura riparavano molte persone, stringendole forte con valori e tradizioni di un tempo, abbracciandole con la ricchezza dell’essenza della vita.

Le persone vivevano con piccole grandi cose , disegnando i giorni con la solidarietà dell’essere uniti. Uomini, donne, bambini, anziani scandivano il tempo al ritmo di tradizioni e usanze, nutrendosi delle ricchezze che la natura gli donava e sopratutto Dio era li, in ogni cosa in ogni istante. Poi piano, piano, lentamente quelli che erano i Valori con le lettere maiuscole, lasciarono il posto a convinzioni di comodo legate solamente all’egoismo malato e al disastroso consumismo da inseguire in ogni istante e a ogni occasione. Non bastava più nulla.Il benessere lentamente travolgeva l’anima e tutto diventava stretto. , La fatica veniva schivata e le strade del “tutto subito facilmente”, si intasavano sempre di più. Il sapersi accontentare  sapendo gioire delle  piccole cose, mano, mano scompariva. E cosi inesorabilmente quei piccoli gioielli scolpiti, culle di mille stupendi battiti, posti tra i magnifici verdi dei boschi e i contrastanti grigi delle rocce delle nostre montagne, rimasero privi dei loro cuori e delle loro anime che ingannati come sempre da falsi ideali e dai valori con le lettere minuscole decidevano di inseguirli . Quei incantevoli paesi  diventarono a poco a poco isole deserte, contenitori di silenzi spettrali lasciando scappare quei pochi abitanti che lentamente si lasciarono convincere che il bene era altrove e la scelta di allontanarsi era necessaria. Ma poi un giorno, all’improvviso quando tutto sembrava finito, quando questi paesi stavano già per diventare storia ,nomi da ricordare, quando le ultime calde luci si stavano per spegnere,ecco che degli Uomini chiamati politici , ricaricati nell’Anima dalla Passione e Amore per la Montagna come per magia lavorando senza sosta  in una scalata senza eguali, riuscirono a costruire un sistema andando controcorrente , solcando  vecchi sentieri disegnati nuovamente da Valori con le lettere maiuscole. Una scalata piena di difficoltà affrontata con tenacia , passione e tanta fatica. Una scalata su di una parete difficilissima, la parete dell’interesse economico. Uomini , prima che Politici, animati dalla volontà di far rivivere nella semplicità la Montagna e tutto ciò che gli stava attorno. Trovarono mille ostacoli, diffidenze, intoppi, scetticismo,ma ridiventando bambini, riuscirono a scalare la parete fino ad arrivare in cima. Lentamente, ma inesorabilmente, riuscirono a creare delle quasi fantascientifiche norme , che permisero ai piccoli paesini di Montagna di ridiventare dei veri quadri della vita. Questi Uomini crearono un sistema che favoriva chi coraggiosamente decideva di iniziare nuovamente la propria vita scegliendo come dimora i paesi di Montagna. Imposero con fermezza che chi avesse intrapreso detta scelta fosse esentato da “grandi tasse”, imponendo piccolissimi contributi, quasi inesistenti. Crearono delle norme che permettevano a tutte le persone che avessero deciso di vivere in quei luoghi , ripopolando la Montagna, di acquistare con facilità e agevolazioni abitazioni e mezzi necessari ad intraprendere qualsiasi attività imprenditoriale o artigianale quasi cancellando uno degli ostacoli più grandi esistenti: la burocrazia. Nel giro di poco tempo imprenditori motivati e seri stabilirono nei comuni interessati a tali benefici e iniziative le loro sedi produttive permettendo alle famiglie di espletare un’attività lavorativa che permettesse loro di vivere ancora nei loro paesi. Anche il settore turistico ne trasse dei benefici vedendo la nascita di nuovi locali ricettivi, bed and breakfast, Alberghi diffusi, “montainturismo” e Rifugi. Tutte attività “detassate” ed agevolate nella loro nascita e nella loro gestione tipicamente famigliare. Le iniziative escursionistiche, motore e ricchezza della montagna, diventarono parte fondamentale dell’economia di detti paesi con la creazione di figure organizzative indirizzate specificatamente alle risorse naturali che l’ambiente montano circostante offriva. In tutto l’arco dell’anno il circondario escursionistico di questi magnifici gioielli montani divenne attrattiva per un turismo specifico attirando sempre di più l’attenzione degli appassionati nella Montagna. Ogni itinerario escursionistico venne valorizzato e pubblicizzato permettendo alle persone di conoscerlo in tutte le stagioni dell’anno. Vennero organizzati in continuazione eventi ed iniziative di alto richiamo mediatico che consentirono di far conoscere questi paesi anche al di fuori della nostra Nazione . Questi paesi che stavano per morire per sempre, grazie al coraggio e alla passione disinteressati di alcuni Uomini politici del nostro paese divennero dei gioielli della natura conosciuti ovunque per le loro particolarità e per la loro storia. In poco tempo e con piccole regole ritornarono a riempirsi con le anime e i cuori di numerose famiglie che avevano deciso di vivere in modo semplice la loro vita rimanendo per sempre nella loro amata montagna .

RIEMPI ANCHE TU LA MONTAGNA DI GENTE!

Il Censimento in pillole – Abruzzo (Roio tra i 5 più piccoli comuni) 

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7 Commenti

  1. Scusate, ho dimenticato di ringraziare tutti i veri Uomini politici che, con disinteresse e senso del servizio, occupano importanti (e meno importanti) dicasteri in tutte le 4 Province e nella Regione Abruzzo. Senza di Loro vivremmo come nella preistoria, senza regole e Valori sociali. E’ sulla Loro onestà morale e materiale che poggia il nostro sistema di vita ed è a tutti Loro, tanto disinteressati quanto attivi, deve andare il nostro pensiero, di umili cittadini, ogni volta che la sera, a letto, rivolgiamo le nostre misere preghiere a Dio prima di addormentarci. Per qualche secondo, preghiamo anche per Loro, affinché il buon Dio non ci faccia mai mancare questi veri Uomini politici che, tutti insieme e nessuno escluso, pensano solo ed esclusivamente al nostro bene, al nostro futuro ed al futuro delle prossime generazioni; al futuro della natura che non dovrà, per merito Loro, essere più violentata da delinquenti che ormai non avranno, ne siamo certi, più opportunità di assoggettarla ai loro immondi interessi e divertimenti; al futuro di giovani che non saranno “costretti” a lasciare le piccole attività iniziate perché davano fastidio a qualcuno, ai giovani con figli “costretti” ad andarsene in cerca di lavoro in grandi città, a persone che devono “tacere” per non perdere qualche beneficio conquistato con il lavoro; a professionisti scelti “esclusivamente” per veri Meriti; a tanta gente che tace perché il silenzio paga. Tutto ciò non esiste più, se poi è mai esistita questa storia che i politici sono ladri e delinquenti, sfruttatori e distruttori e stupratori della natura, al di sopra delle leggi e del vivere civile, corrotti e corruttori. Io non ci ho mai creduto e sono certo che siamo in buone ed oneste mani. Per onestà devo dichiarare, sperando di non essere preso per il culo, che io credo alla Befana ed a Babbo Natale.

  2. Mi sono commosso. Veramente era da tanto che non sentivo parlare così di un paese, di un territorio. Sono rimasto incantato e confesso di non averci mai fatto caso (un po’ la vecchiaia, un po’ altri impegni) ai Valori che alcuni Uomini, veri Uomini del nostro paese, hanno saputo spalmare con amore e disinteresse su tutti noi, alcune volte ingrati e forse inconsapevoli del bene che ci riversavano addosso. O forse, confessiamolo, era solo pura e semplice invidia? Eh sì, cari concittadini, i risultati di questi alti Valori disinteressati sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti, anche dei più critici, increduli, disfattisti. A noi cittadini, educati, temprati e rafforzati da tanti Valori donati da veri Uomini politici del posto, non resta che inchinarci e ringraziarli per il loro altruismo. Una cosa possiamo fare per rendere l’uno per mille del bene che quotidianamente e senza alcun interesse personale ci fanno: facciamoci dare le istruzioni a chi votare fra qualche giorno. Chi più di loro, che hanno sempre ed ostinatamente voluto il nostro bene, sa a chi donare la nostra fiducia? Ed allora, cari cittadini beneficiari di tanto benessere (morale e materiale), rivolgiamoci ai veri Uomini politici del nostro paese, del nostro territorio, e facciamoci guidare, con la loro mano sicura e disinteressata, in questa giungla politica. I risultati li avete, li abbiamo visti; chissà cosa ci riserva ancora la sorte benigna.

  3. Tra poco arriverà la primavera ed in nessun posto essa è più incantevole se goduta a Roio. La montagna, la campagna, il bosco si liberano del Signor Inverno ed impongono i loro colori ed i loro odori. La vita riprende vigorosa nella fauna e nella flora e lo spirito gode di quella luce particolare che penetra nelle case e nelle persone. Come ogni anno Roio, ma credo anche altri paesi, accetterà con tutta la tolleranza possibile, la presenza di qualche cane abbandonato o perso. Che strazio, in mezzo a tanta bellezza della natura, vedere una bestia abbandonata. Qualche volta mi sono soffermato ad osservare il comportamento ed a trarre, se possibile, qualche riflessione che, serenamente, vorrei condividere con i (pochi/molti?) lettori di questa rubrica. Le mie sono semplici deduzioni e sarei felice di leggere anche le vostre. Dunque la povera bestia, quasi sempre emaciata e stralunata, si aggira per il paese; odora ogni auto, è attenta a tutti i rumori ed ai richiami. E’ restia ad avvicinarsi a sconosciuti. E’ un cane angosciato: ha perso il padrone, non sa vivere senza di lui, non accetta niente da sconosciuti e non vuole giocare, nemmeno con i bambini. E’ disperato ed infelice, come lo può essere un cane che ha perso il senso della vita. Trascorre qualche giorno, preda del terrore, a girovagare ed a ripetere sempre lo stesso percorso, nella vana speranza di catturare l’odore, sentire la voce e vedere il padrone. Giorno dopo giorno comincia ad accettare qualcosa da mangiare dagli estranei; non si fa toccare né si avvicina troppo; prende il boccone che gli viene posato per terra e si ritrae per ingurgitarlo. Ha comunque imparato, sin da subito, dove andare a bere e dove qualche anima buona gli dà da mangiare. Ha dimenticato il padrone, ha dimenticato tra le infinite sinapsi del suo cervello, il suo odore. Non si cercano più. Il padrone si è messo l’animo in pace di aver perso il cane; il cane sa che non riuscirà più a ritrovare il padrone. La bestia inizia ad attingere al dono di Dio, alla sua intelligenza canina. I suoi giri intorno al paese sono sempre più ampi ed esplorativi e trova sempre più da mangiare e da bere; la sua territorialità si amplia a tale punto che, di colpo, pur avendo un ricovero e chi gli dà da mangiare, preferisce andare via, per sempre. Vuole essere ed è libero da ogni padrone. Accetta i rischi che questa non voluta ma ormai totalizzante libertà comporta: E’ inebriato e determinato; affronterà, da vero cane libero, le future avversità. Di una sola cosa ormai è certo: non vorrà, mai più, un padrone che lo faceva e farebbe “giuocare” a suo piacimento per rinchiuderlo, dopo il giuoco, in un recinto o una gabbia, per tornare, nuovamente e secondo la volontà del padrone, ai suoi inutili giuochi di morte. Il cane non lo sa ma William Cooper ha scritto: la caccia è uno sport detestato che deve i suoi piaceri ai dolori ed alla morte di un altro essere. Nello stesso periodo a Roio, come penso negli altri paesi, cominciano a tornare tanti pensionati dalle lontane città in cui hanno svernato. La loro vita l’hanno trascorsa lavorando alacremente e dignitosamente, assolvendo a compiti che richiedevano autonomia decisionale o alle dipendenze di qualcuno. Tornano in paese per godere della pensione, della fauna e della flora che esplode con i suoi odori e colori. Tornano per godere dell’aria tersa e salubre. Tornano per godere il silenzio delle notti tiepide ed accoglienti. Si raccolgono in gruppi, esposti e mutevoli come girasoli, ai raggi dell’astro. Assorbono calore e relazioni umane. Evocano persone, eventi e ricordi seduti sulle tiepide panchine in piazza. Passeggiano lungo il corso su su, fino al campo sportivo ed anche oltre. Alcuni arditi, si arrampicano fin sulle scalinate della Chiesa, per poi ridiscendere lungo il dolce e panoramico declivio del Belvedere. A sera, all’imbrunire sempre più ritardatario, rientrano nelle loro case. Preparano la cena non dopo aver acceso il fuoco. Attendono l’arrivo del giorno seguente; guardano la tv e ronfano rannicchiati avanti al camino. Qualcuno o l’orologio, dirà loro di andare a dormire; e loro andranno a dormire. Durante il giorno attendono speranzosi che qualche divino cretino, inviti tre di loro a giocare a tressette o qualche altro gioco. La gioia massima, qualche volta eccessivamente emozionante, si solidifica quando il divino cretino sceglie uno di loro tre come “compagno”; queste sono esperienze da raccontare ai propri nipoti!!! Unico problema che ha il “prescelto” è che deve accollarsi tutti, dico tutti gli errori che il divino cretino commette nel gioco. Mai e poi mai spifferargli in faccia l’errore commesso: il meschino non sarà più invitato a giocare e tanto meno ad assolvere al ruolo di ” compagno” e (si è già verificato) sarà sdegnosamente escluso dalle libagioni estive. Bah, una vita dedicata al lavoro per soddisfare, nell’età della saggezza, le megalomanie di un divino cretino. In lontananza il cane, una volta assoggettato ad un essere umano e poi a chi gli dava ricovero e da mangiare, si allontana libero. E’ alla ricerca di nuovi mondi, nuovi odori, nuovi pericoli. Libero, senza padroni, né divini né terreni. Padrone di se stesso. Finalmente.

  4. Sul numero di oggi, 27 marzo 2013 de “IL CENTRO”, in cronaca della Provincia di Chieti, c’è una notizia che mi piace condividere con voi. A Pizzoferrato l’Amministrazione Comunale ha deciso di accettare la proposta di impiantare un certo numero di pale eoliche sul proprio territorio. Si è immediatamente costituito un comitato promotore cittadino che intende sottoporre, entro brevissimo tempo, a tutti i cittadini la petizione che consentirà a tutti di esprimere il proprio parere. Siamo ad un livello di civiltà che fa scuola sul nostro territorio, che è lo stesso di quello di Pizzoferrato, ricadenti tutti e due le cittadine, nella Comunità di Quadri. Quanti anni di civiltà ci separano da nostri dirimpettai? No, a Roio, siamo stati messi davanti al fatto compiuto ( in inverno inizio lavori; primavera tutto finito!!!); i cittadini di Pizzoferrato vengono coinvolti e possono esprimere il loro parere. Quanti secoli di civiltà ci separano? Vorrei tanto che ognuno di voi che leggete questi brevi appunti, trovaste una risposta per voi e per la vostra coscienza.

  5. Caro Rocco e cari amici silenti che seguite questa semplice rubrica pensata e scritta con il cuore sereno come solo le persone perbene possono avere. Le immagini da te proposte su http://www.youtube.com/watch?v=94V41UTmnn4 sono commoventi che, di diritto, entrano nella storia contemporanea. A Pizzoferrato si svolse una battaglia epica ed io sono stato un fortunato intervistatore degli ultimi partigiani, 15 anni orsono; svolsi un lavoro per conto di Antenna 10 (una tv locale della frentania che, a suo tempo, operava anche nel pescarese) proprio su questo argomento. Il filmato con le interviste, ne sono certo, ha resistito senz’altro alle ingiurie del tempo e, appena possibile, ne chiederò copia a Gioia (intervistatrice e presentatrice di quella tv). Le emozioni che provai furono intense nell’ascoltare quelle voci che venivano, integre e fresche come acqua di sorgente, dal passato; un passato di dolore, sofferenze, morte e gloria. Basta guardare i volti degli uomini delle foto e capire che nonostante le differenze di ceto o stato sociale, avevano un solo obiettivo: l’amore per la Patria e la sconfitta dei nazi-fascisti. L’amore è rimasto intatto nelle nuove generazioni; non si è riusciti a distruggere il cancro del fascismo. Alcuni anni orsono venne con me, in Albania, Umberto Scardia (l’uomo che parla ai cavalli!!!) ed andammo a visitare Berat, stupenda città dai “mille tetti” sormontata da un Castello a dir poco bello. Ai piedi del Castello sorge un monumento dedicato ai caduti in quella città, della storica ed eroica “Brigata Majella”; i nostri compaesani andarono a spargere il loro sangue anche lì per combattere l’odiato nazi-fascismo. Ci sentimmo orgogliosi di essere abruzzesi, forse per la prima volta!!! Sono felice che, nonostante il male del fascismo alligni ancora in Italia, nella nostra Regione, nella nostra Provincia e nel nostro…, ci sono forze giovani, sane ed oneste disposte a combatterlo, ancora una volta. Disposti a combattere il loro ladrocinio, la loro corruzione, la loro arroganza, la loro mancanza di rispetto per la natura, flora e fauna, e per ogni essere umano che non è asservito ai loro interessi. Caro Rocco, una “Brigata Majella” dovrebbe vivere nei nostri cuori e nelle nostre azioni quotidiane, se amiamo veramente il nostro Paese.

  6. No so quanti anni aveva, né da dove veniva. So che era libero all’aria aperta, correre a scavezzacollo con gli animali che, nei suoi giochi, riusciva a stanare. Era, ne sono convinto, felice di esistere e sicuro che qualcuno avrebbe sempre provveduto a lui. Invito gli amici lettori ad acquistare un libro: Jonathan, il gabbiano infelice. Jonathan tentava voli sin ad allora considerati impossibili; lui ci riusciva e ne usciva malconcio, spennato, sfinito ma ci riusciva. Anche il nostro amico osava sempre più nella corsa tra le rocce, i cespugli, i ruscelli e fra tutti i pericoli che la natura selvaggia gli opponeva. Ma lui, ebbro di gioia e felicità osava sempre, con la certezza del premio più ambito: una carezza. E si amici, sto parlando di un cane, grande atleta e donatore di soddisfazioni al padrone che, nel giuoco della caccia, trovava le sue soddisfazioni, uccidendo esseri viventi e liberi. Questo cane non poteva avere queste sensibilità, altrimenti sarebbe fuggito, inorridito, dal padrone. Non sapeva e non capiva. Come non capiva il perché non lo dissetavano, chiuso nel carrello in piazza a Roio, mentre il suo padrone, il suo motivo di vita, l’unico essere per cui provava qualcosa (forse amore?) pranzava beatamente nel ristorante. Lui, il cane fedele, voleva assolutamente bere, si stava disidratando. Latrava, abbaiava con quel poco di aria che riusciva ancora ad espellere dai polmoni. Il suo padrone gozzovigliava soddisfatto degli esseri uccisi per merito suo; lui lentamente e dolorosamente moriva, dentro uno squallido e putrido carrello, in una piazza sconosciuta, sotto gli occhi di passanti indifferenti. Moriva così, come ultimo ed osceno premio per il suo servizio; moriva così, qualche giorno fa, nella piazza di Roio, un cane a tutti sconosciuto, salvo all’unico essere che lui amava: il suo padrone.

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