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Presepe 2004

Il presepe di questo Natale 2004 desidera ricordare il fatto che quest’anno è stata la regione Abruzzo a consegnare l’olio della lampada che arde dinanzi alla tomba di S. Francesco ad Assisi. Il presepe è rappresentazione della nascita di Cristo e di quanto hanno fatto per l’umanità


Lui e i suoi seguaci ispirati dal suo messaggio. Qui si è tentato di rappresentare il ricordo della nascita di Gesù bambino assieme alla nascita in Cristo (nella fede ) di S. Francesco unendo i pastori che vanno verso Cristo al Santo di Assisi che altrettanto ha fatto attraverso vari episodi della sua vita.

La prima scena è quella della scelta della povertà da parte di S. Francesco dinanzi al vescovo della città: il gesto fisico e simbolico è stato quello dell’abbandono degli abiti e del prendere il “sacco” della penitenza. Vuole ricordarci l’attaccamento a ciò che vale davvero nella vita: una vita fatta d’amore spesa per gli altri     con  grande spiritosi di libertà,senza paure ed egoismi.

 La seconda scena è quella della foresta. Questo è posto famoso perché qui il santo compose il bellissimo Cantico di frate Sole: un modo di concepire il rapporto con la natura rispetto e amorevole che oggi, con lo sfascio dell’ambiente provocato dall’inquinamento, dovremmo ricordare con attenzione. La scena centrale (dove c’è la capanna fatta di pietre) rappresenta I’Averna La capanna è stata fatta qui perché in quel posto S. Francesco ha ricevuto il dono delle stimmate in un un periodo davvero difficile della sua vita.

Sull’Averna dunque, il santo si e unito a Cristo ancora più fortemente e Dio attende ognuno di noi sul monte spirituale delle Beatitudini vissute per donarci la stessa felicità che pervase l’esistenza di S. Francesco. La scena successiva rappresenta il viaggio che S. Francesco fece per incontrare il temibile Saladino capo dei musulmani dell’epoca. Il fine era quello di evitare la guerra tra cristiani e islamici per il sepolcro di Gerusalemme. La visita. anche se non ottenne l’esito sperato perché vi fù la guerra. un frutto lo diede: da quel momento i francescani divennero l’unica presenza cristiana ammessa nel mondo islamico. Questo episodio sta a ricordarci il dovere di lottare per la pace sempre e comunque e con la speranza che sostenne il santo nel suo viaggio. L’ultima scena rappresenta il famoso episodio del Lupo di Gubbio. Questi non era un animale ma era un famoso brigante che S. Francesco riuscì a convertire alla vita del Vangelo. Anche noi dobbiamo sforzarci di convertire sempre di più la nostra vita verso Cristo e ad avere la stessa speranza francescana che ogni uomo possa cambiare in meglio la sua esistenza tornando ad amare così come ci ha insegnato il Dio fatto uomo. Santo Francesco, spinto dal zelo della fede di Cristo e dal desiderio, del martirio, andò una olia oltremare con dodici suoi compagni santissimi. decisi ad andare dal sultano di Babilonia (…) E quando fui davanti a lui. Santo Francesco. Ammaestrato dallo Spirito Santo. Predicò così divinamente della fede di Cristo, e disse che per quella fede essi sarebbero stati disposti ad entrare nel fuoco. (…) I ) Da quel punto, in poi il sultano lo udiva volentieri, e lo pregò che tornasse spesse volte da lui, concedendo liberamente a Lui e ai suoi compagni di poter predicare ovunque piacesse loro. I diede loro, un lasciapassare, per il quale non potessero essere offesi da persona. Avuta dunque questa licenza così libera, santo Francesco mando quei suoi eletti compagni. a due a due, in diverse parti dei Saraceni a predicare la lede di Cristo. (Fioretti di san Francesco, capitolo 24)  Dal discorso di san Francesco al lupo di Gubbio: <  (Fioretti di san Francesco, capitolo  21) 

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