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Civilta’ e Tradizione

Sono arrivato a Roio questa mattina 29 marzo 2013 alle 10.30; tante macchine occupavano la piazza e c’erano tutti i segnali non dico di una ripresa del’economia, ma almeno una ripresa del bel tempo che era mite e gradevole, anche se un po’ coperto. Dopo

aver assolto le incombenze che mi vengono affidate ogni volta che vado a Roio, ho gustato un ottimo caffè da Vincenzina, sempre propositiva e dinamica:auguriamole ogni bene perchĂ© merita un encomio solenne. E’ riuscita a portare, per merito della sua cucina e del suo saper fare, tanta gente in paese: ve l’immaginate Roio senza Vincenzina? Su invito di Carmela (purtroppo impedita a casa da problemi di salute) ho visitato, da solo, la Chiesa Madre nel cui interno ho scoperto una stupenda tradizione che mi fa piacere riferirvi se non la conoscevate. Nel periodo della Passione di Cristo il Sacramento viene prelevato dal Tabernacolo e deposto in un altro Tabernacolo posto lungo la navata destra della Chiesa. L’addobbo è veramente stupendo e struggente nella sua semplicitĂ : un prezioso tappeto (dono di una signora di Roio che qualche anno prima dell’ultima guerra, si recĂ² in Persia con il marito, chef in un’Ambasciata. In quella nazione l’acquistĂ² ed al suo ritorno a Roio, ne fece dono alla Chiesa) di ottima fattura e di gran valore, impreziosisce la parte antistante il Tabernacolo di legno (chiamato a Roio: (Sepolcro). Fu realizzato, tantissimi anni orsono, da un artigiano falegname di Roio; io non me ne intendo ma sono sereno nel chiamarlo:opera d’arte. Questo “Sepolcro” ha una chiave per chiudere il Sacramento nel suo interno. Essa viene affidata ad un/a bambino/a di Roio che, Sabato Santo notte, la restituirĂ  al sacerdote; quest’ultimo preleverĂ  il Sacramento dal “Sepolcro” e Lo riposizionerĂ  nel Tabernacolo. A me è sembrata una bella tradizione, semplice, piena di significati e valori. Sono certo che anche voi vi troverete motivi di meditazione e valorizzazione.

Un articolo inviatoci da Mimmo Galluppi

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1 commento

  1. Amici roiesi, oggi è venuto a mancare all’affetto di tuti noi e dei suoi cari, l’indimenticabile Filippo Coletta, grande chef ma ancor prima, grande roiese, esemplare nei comportamenti e nobile nei sentimenti. Lo piangono le persone perbene che lo hanno amato. Roio sarĂ  ancor piĂ¹ vuota. Sono certo che vi unirete con me per non far mancare a Roberto e Stefano la nostra partecipazione al loro dolore.

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